Intervista a patron Gino Giannetti: tutta la verità Argos
Ai microfoni della storica radio sorana, Nuova Rete, il patron della Biosì Sora, Gino Giannetti, racconta dieci anni di pallavolo. Non è semplice, non è facile contrarre una “vita sportiva”, emozioni, sentimenti, gioie e delusioni, in una mezz’ora di intervista, ma bisogna farcela per dire, una volta per tutte, la verità societaria. Il racconto, curato dal direttore Pasquale Mazzenga, analizza lucidamente un percorso che parte da lontano, dalla serie B2 e da due amministrazioni comunali fa. In quegli anni, Sora gioca al tensostatico di via Sferracavallo, ma le ambizioni sono già quelle della serie A. Giannetti è lungimirante, progetta un palazzetto privato su un terreno di sua proprietà in viale San Domenico, ma la sua proposta viene additata quasi come visionaria e come una sorta di “concorrenza sleale” alla struttura che doveva essere messa in piedi in via Ruscitto.
I volsci, neopromossi in B1, vincono il campionato e patron Gino ricorda:
“Ci siamo ritrovati a gioire come dei matti per essere arrivati in serie A2, per poi scoprire che non avremmo più potuto giocare al tensostatico. Allora, armati di grande voglia, siamo dovuti emigrare a Frosinone, dove siamo rimasti per due anni. Nel frattempo iniziano però i lavori di via Ruscitto e, alla fine di questi due anni, veniamo chiamati dall’amministrazione: ci viene detto che il palasport era quasi pronto, ma non avevano tutte le risorse economiche per portarlo a termine. Ci siamo così ritrovati a interagire con il comune che ci ha fatto delle richieste ben precise. Non siamo stati noi, quindi, a decidere; all’interno di un capitolato già appaltato, l’amministrazione ci chiede di terminare delle spese di impiantistica ed alcune per arredi sportivi e per attrezzature, già vagliate per circa 188.000,00 euro. Si fanno le votazioni, cambia la giunta e cambia il consiglio comunale. L’assise, a questo punto, approva uno schema di delibera della convenzione e fa in modo che inizino dei lavori che, in soli tre mesi, permettano alla nostra società di tornare immediatamente a giocare in casa. Una soddisfazione immensa, che ci ha profondamente segnato, in tutti i sensi. E questo è il motivo per il quale noi oggi siamo a Sora”.
Tornato a Sora, il club volsco prosegue il suo cammino con esaltanti stagioni che vedono l’allora Globo, sempre tra le migliori della classe cadetta, fino a quando, sotto gli occhi increduli dell’Italia intera, non compie un miracolo: ribaltata una serie che sembrava compromessa irrimediabilmente ai play off e vince sul campo l’agognato pass per la SuperLega. Una nuova gioia che, ancora una volta, trascina con sé una rete di problematiche. Nel frattempo Gino – che già aveva anticipato la quota per completare il palazzetto – ha anche restituito le chiavi del pallone tensostatico su cui, con le proprie risorse, aveva apportato migliorie pari a quasi 70mila euro, mai richieste all’ente comunale. Nonostante tutto, la “struttura della discordia” resta il palasport di via Ruscitto: prima le polemiche sulla convenzione e sul presunto utilizzo esclusivo da parte della società Argos, poi le richieste di adeguamento ai criteri della SuperLega. Ai primi, Giannetti risponde con circa un centinaio di manifestazioni organizzate da terzi tra le mura del PalaGlobo, numeri messi nero su bianco, un referto che sancisce una verità inopinabile. Per quanto riguarda la Lega, Giannetti deve ovviamente cercare di rendere conforme la struttura a quanto richiesto e ciò da vita ad un vero e proprio calvario.
“Appena eletto, il sindaco De Donatis disse che sarebbero stati fatti dei lavori per permettere a Sora di giocare a Sora – continua Gino Giannetti -, consapevoli che, nel giro di un anno, bisognava raggiungere i 3000 posti. L’impegno che si era preso il comune per la scorsa stagione era quello delle curve, della Sala Hospitality e di un parcheggio, ma da subito si capì che c’erano ulteriori criticità. Abbiamo quindi passato un’estate cercando di capire cosa fare e, alla fine, ci siamo dovuti barcamenare con delle tribunette acquistate già pronte e non su misura, che durante la stagione si sono rivelate inadeguate per numero di posti, e solo la benevolenza della Lega ha fatto in modo di non farci spostare già lo scorso anno. La sala Hospitality abbiamo dovuto inventarcela nella nostra palestra, perché il comune ci aveva proposto due gazebo da montare fuori e non idonei, mentre per il parcheggio abbiamo aspettato invano tutto l’anno sportivo: dopo una bonifica, durata mesi, a marzo-aprile, è stata gettata della breccia sul terreno” . Poi gli ultimi fatti: la Lega richiede alle quattro società con gli impianti sportivi non in regola un adeguamento a 2400 posti. “Noi, dopo una grande battaglia svolta in tutta Italia, con l’appoggio di diverse società, siamo riusciti a fare un incontro con il nostro sindaco e l’assessore allo sport presso il Ministero del Tesoro a Roma. Il nostro sotto ex segretario del Tesoro, nonché presidente di Lega, ci riceve e spiega al primo cittadino quali possono essere le strategie. Quella che veniva proposta si concretizzava nell’aiutare tutte le società in difficoltà sfruttando un imminente decreto legge, il 185, che a settembre sarebbe uscito con un taglio di 30.000,00 euro con un finanziamento a fondo perduto fino ad 1.000.000,00 euro. Questo però è legato ad un elenco dove l’elemento fondamentale che inevitabilmente ratificherà l’ingresso in graduatoria è la presenza di una società di serie A”.
E, ad oggi, Sora ha perso questo privilegio. O meglio, lo ha mandato via, regalandolo ad un’altra città, Frosinone. Dopo varie peripezie, dopo che la proprietà della Biosì Sora aveva assunto sulle sue spalle l’onere di cercare da sola l’idea risolutiva, si giunge all’opportunità da parte del comune di risolvere chiedendo un muto di circa 300mila euro.
“Il sindaco ed il consigliere Massimiliano Bruni hanno ascoltato questa mi proposta e si sono presi l’impegno di chiamarmi nelle ore seguenti. Ho aspettato il primo pomeriggio: sapevano che avremmo dovuto fare le comunicazioni, il seguito lo conoscete. Ci rimango male quando ascolto il sindaco dire che il comune di Sora è stato il maggior sponsor dell’Argos Volley, quando al giorno d’oggi siamo a credito e non abbiamo ricevuto niente e abbiamo fatto sport da soli. Ci rimango male quando Massimiliano Bruni dice che non c’è stata ricaduta economica sul territorio, mentre analisi e statistiche nonché testimonianze di commercianti dicono il contrario. Forse queste persone sono inadeguate”. Con l’amarezza del caso, patron Giannetti conclude così: “C’è una frase che mi gira in testa da diverse settimane “Scusate il disturbo”, il cui sottotitolo potrebbe essere dettato dal cuore, e potrebbe essere “Arrivederci” mentre, quello dettato dalla mente, dovrebbe essere “a mai più”.
Cristina Lucarelli – Biosì Sora
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