Miskevich, Tiozzo e Lucarelli tornano nelle palestre scolastiche.

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A Sora la serie A targata Biosì Indexa non è attiva solo sui campi della SuperLega ma anche tra le palestre scolastiche dove, con fervente passione, staff e atleti si impegnano nella promozione dello sport e dei valori affini. Sulla base di ciò, nella mattinata dello scorso martedì, coach Maurizio Colucci, accompagnato dall’opposto Radzivon Miskevich e dagli schiacciatori Nicola Tiozzo e Marco Lucarelli, ha incontrato i bambini dell’istituto primario “Santa Giovanna Antida” del comune volsco.

I piccoli delle classi dalla prima alla quinta elementare, divisi in due gruppi, sono stati protagonisti di due ore educative intense ma allo stesso tempo divertenti e piacevoli durante le quali hanno potuto socializzare con i campioni di casa Argos Volley. Gli studenti hanno approfittato, dunque, per dialogare con i loro beniamini ed esprimere una serie di curiosità e tante domande, complice la tenera età che fomenta il desiderio di apprendere cose nuove e cimentarsi nella pratica ludico-sportiva. I quesiti posti sono stati molteplici e i giocatori si sono resi molto disponibili anche nello spiegare l’importanza di una sana alimentazione per una crescita corretta e uno sviluppo fisico migliore, raccontando la loro dieta e altresì sottolineando la rilevanza dell’esercizio motorio. Dopo la chiacchierata iniziale si è però venuti al dunque con la pratica dei fondamentali della pallavolo, previa dimostrazione. Gli alunni si sono subito entusiasmati, prestandosi con grande disinvoltura e cercando di apprendere i gesti il più possibile.
Nel corso dell’appuntamento presso il plesso sorano, sono stati condotti in palestra anche i più piccini della scuola d’infanzia, anche loro teneramente coinvolti nella conoscenza con i professionisti della Biosì Indexa e nei giochi più semplici con la palla. Tantissima soddisfazione espressa dal corpo docente, al loro terzo anno di compartecipazione all’ambizioso progetto educativo-sociale dell’Argos Volley; ad esprimere con parole quanto condiviso da insegnanti e dirigenti scolastici, la professoressa di educazione motoria Emiliana Pistilli:

“I nostri piccoli scolari sono sempre molto contenti di fare questo tipo di esperienza, per loro nuova, da cui vengono sicuramente affascinati. Ogni volta che, negli anni, l’Argos ha varcato la soglia del nostro edificio abbiamo vissuto sempre delle ore estremamente proficue sotto il punto di vista educativo, sociale, ma anche ludico. Questo tipo di incontri, assolutamente positivi, fan si che i bambini più grandi possano iniziare a scegliere l’attività sportiva più consona alle loro esigenze e ai loro gusti e certamente li indirizza verso una crescita dell’individuo migliore, votata non solo al miglioramento fisico e personale, ma anche al momento di gruppo, dove è importante la socializzazione e la collaborazione con il compagno, dove esistono cooperazione e coesione. In questo il volley, come sport di squadra, per eccellenza direi, è un’ottima dimostrazione di quanto questi valori siano fondamentali tanto per il gioco, quanto nella vita quotidiana. Un ringraziamento ulteriore e sentito va alla grande disponibilità di questa società, dallo staff agli atleti, che sanno come adeguarsi anche alle esigenze strutturali e di orari delle scuole del nostro comprensorio”.

L’appuntamento è poi terminato con un dolcissimo “assalto” della piccola platea ai giocatori, per una carezza, un’ultima parola, un sorriso e un arrivederci al più presto.

Cristina Lucarelli – Biosì Indexa Sora

Pierpaolo Mauti: ritratto di un giovane schiacciatore

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Nato e cresciuto in casa Argos Volley, questa volta a raccontarsi è il giovanissimo schiacciatore della Biosì Indexa Sora Pierpaolo Mauti. Pierpaolo – Pier per gli amici – è, insieme a Marco Lucarelli, uno dei prodotti del vivaio bianconero approdato alla panchina della prima squadra grazie alla caparbia e allo spirito di sacrificio, all’umiltà e alla serietà che lo contraddistinguono. Nato a Sora quasi 22 anni fa, è ovviamente tra i più giovani del roster e tra i beniamini del pubblico locale.

Chi è Piperpaolo Mauti?

“Pierpaolo Mauti sicuramente è un ragazzo solare, a cui piace stare insieme agli altri per divertirsi. Adoro, infatti, stare in gruppo, ragion per cui mi rendo sempre disponibile sia verso gli amici che con i compagni di squadra. Questo per dare una mano e cercare sempre di migliorare me stesso tanto professionalmente quanto nella vita quotidiana”.

Come hai iniziato a giocare a pallavolo?

“Inizialmente giocavo a calcetto, ma non lo sentivo come un ambiente che mi appartenesse davvero. Allora mia zia, essendo io molto alto già da allora, mi consigliò di giocare a pallavolo e di venire qui a Sora. Grazie al suo consiglio e all’amicizia che la lega al presidente Enrico Vicini, mi sono avvicinato a questo splendido sport, mi sono appassionato e ne ho fatto in pratica la mia vita”.

Racconta il tuo esordio.

“Il mio esordio è stato molto emozionante. Avevo 17 anni e subentrai a Patriarca durante il campionato di A2. Quando coach Ricci mi chiamò e mi disse che avrei dovuto scaldarmi per entrare in ricezione ero felicissimo ma mi tremavano le gambe. I miei compagni, allora, mi hanno esortato a fare del mio meglio. Gli avversari, infatti, come ci aspettavamo, hanno battuto su di me, ma la ricezione è stata positiva”.

Chi è stata la persona più importante per il tuo percorso nel mondo del volley?

“Sicuramente coach Maurizio Colucci è stata la figura più importante per la mia crescita professionale. Io ho iniziato proprio con lui a giocare a pallavolo e, dopo nove anni, essere allenato ancora da lui, in prima squadra, per me è un grande onore, oltre che un immenso piacere”.
Che emozioni si provano, così giovane, a far parte di una compagine che sta disputando il campionato di SuperLega?
“Sicuramente è una sensazione molto forte, bellissima ma anche carica di responsabilità. Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo perché tutti quanti mi aiutano a migliorare e spero, nel mio piccolo, di contribuire anche io alla crescita generale della squadra”.

Come ti immagini tra dieci anni?

“Spero di continuare la mia carriera nella pallavolo che conta, perché per me sarebbe un sogno, ma sono pronto a prendermi ciò che viene”.

A chi ti ispiri, sportivamente?

“Il mio modello fin dall’inizio è stato Marshall, che ho avuto l’onore di conoscere ed affrontare in campo in questa stagione. E’ stato il mio primo idolo perché lo vedevo saltare tantissimo, ma anche tutti i campioni della nostra nazionale ci hanno messo del loro per farmi amare così tanto questo sport”.

I compagni a cui sei più legato?

“Non ci sono compagni con cui ho legato di più rispetto agli altri, perché sto bene davvero con tutti, ma se proprio dovessi sceglierne uno direi Andrea Mattei. Stiamo spesso insieme, andiamo d’accordo e ci divertiamo molto”.

Racconta delle tue passioni.

“La mia passione più grande è la pallavolo, ma mi piace tantissimo leggere, soprattutto nel periodo invernale quando preferisco rintanarmi in casa e ne approfitto per spulciare tantissimi libri, variando molto le tematiche affrontate e le tipologie di narrazione”.

Parlaci di un episodio pallavolistico che ricordi con piacere.

“Ci sono due episodi pallavolistici che ricordo con molto piacere, uno è stato il mio esordio in serie A2 e l’altro la vittoria del CQP nel 2010, ai tempi delle giovanili. Nessuno si aspettava la nostra vittoria contro Roma1, eppure ce l’abbiamo fatta”.

C’è stato un momento meno felice nella tua vita da professionista?

“L’unico anno durante cui sono stato fuori da Sora è stato a Castellana Grotte, in una realtà che mi è piaciuta veramente tantissimo per via della gentilezza delle persone. Mi hanno trattato come un figlio. A gennaio, però, ho avuto problemi alla schiena, sono dovuto stare fermo un annetto per via di un’ernia del disco e non è stato facile per me affrontare questo infortunio”.

Descriviti con tre aggettivi.

“Solare, onesto, generoso”.

Quanto ti senti cambiato dal tuo esordio ad oggi?

“Sono molto cambiato, ovviamente maturato, complici le stagioni con la prima squadra. Spero di continuare su questa strada e che i miglioramenti possano essere palesi sia fuori che dentro il rettangolo di gioco”.

Cristina Lucarelli